L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing - Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un trattamento psicoterapeutico scoperto nel 1989 dalla psicologa americana Francine Shapiro.
Particolarmente indicato nella cura delle conseguenze dei ricordi traumatici, l’EMDR si è via via trasformato in un approccio sempre più raffinato, complesso e globale, in grado di affrontare gran parte dei disturbi, in particolare i diversi disturbi d’ansia, grazie alle numerose ricerche cliniche che hanno coinvolto psicoterapeuti, ricercatori della salute mentale e neurofisiologi.
Gli aspetti vincenti dell’EMDR sono: la rapidità di intervento, l’efficacia e la possibilità di applicazione a persone di qualunque età.
L’EMDR è approvato, tra gli altri, dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010), dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2002) e dal nostro Ministero della Salute (2003).
Come si è detto, l’approccio EMDR offre l’occasione non solo per rielaborare i traumi del passato, ma anche per potenziare le capacità/risorse individuali e soprattutto per affrontare le sfide della vita quotidiana con maggiore serenità e sicurezza, senza sentirsi in balia dei sintomi dell’ansia.
In generale, il lavoro psicoterapeutico con l’EMDR prevede sia la rielaborazione di tutte quelle esperienze angoscianti legate alla storia della persona che possono aver contribuito all’insorgenza del disturbo d’ansia sia la rielaborazione del ricordo delle prime e delle peggiori volte in cui si è provata ansia, in modo da neutralizzare le reazioni negative associate.
Gli obiettivi della terapia consistono nell’educare il paziente sul funzionamento dell’ansia e sull’impossibilità che si realizzino le sue peggiori paure, nell’insegnargli a gestire l’ansia, nell’acquisire gradualmente un controllo sui sintomi ansiosi ed ansiogeni e nel desensibilizzare le cognizioni di paura che egli ha sviluppato.
N.B. L’importanza dello stress, dei lutti, del maltrattamento in ambito famigliare e di altri eventi di vita faticosi o pesanti come fattori di rischio è ormai ampiamente riconosciuta dalla letteratura sull’ansia.
L’ansia è un’emozione comune ed universale (come la paura, la rabbia, la tristezza o la gioia) che non sarebbe, di per sé, inadeguato provare, in quanto può rappresentare una reazione adattiva dell'organismo allo stress.
Essa è funzionale e fisiologica se aiuta l’individuo ad affrontare situazioni difficili o pericolose, mantenendolo vigile e dandogli la possibilità di mettere in atto modalità difensive utili ad evitare il pericolo stesso (favorisce la sopravvivenza e l’autoconservazione). L’ansia inoltre può produrre pensieri altamente creativi e svolgere una funzione importante nella soluzioni di problemi personali, esistenziali, familiari, lavorativi, etc..
Quindi l’ansia, o meglio la risposta ansiosa agli eventi, non ha quindi sempre e necessariamente una valenza negativa.
Essa viene considerata patologica quando disturba, in modo persistente e durevole (tendenzialmente 6 mesi o più), il funzionamento psichico globale della persona, interferendo con il normale svolgimento delle attività quotidiane, attivando pensieri e comportamenti inappropriati (es. l’evitamento di luoghi non familiari) e conseguentemente determinando una riduzione della capacità di adattamento alla realtà.
L’ansia è considerata patologica anche quando la risposta dell’individuo all’evento stressante risulta sproporzionata rispetto all’entità dell’evento stesso o permane una volta conclusasi la situazione che l’ha generata o si presenta inaspettatamente, senza alcuna causa scatenante apparente (di punto in bianco), provocando un grado di sofferenza e malessere non tollerabili.
Secondo il DSM V - Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – i principali disturbi d’ansia sono: il disturbo d’ansia di separazione, il mutismo selettivo, la fobia specifica, il disturbo d’ansia sociale o fobia sociale, il disturbo di panico, l’agorafobia, il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci ed il disturbo d’ansia dovuto ad un’altra condizione medica.
L'ansia sembra avere varie componenti.
La componente cognitiva implica l’aspettativa e la sensazione di una minaccia imminente o futura.
A ciò si possono aggiungere altri due aspetti: la sovrastima del pericolo e la sottostima delle capacità di fronteggiarlo (percezione di vulnerabilità) da parte della persona i quali creano una sorta di circolo vizioso che rinforzano le manifestazioni d’ansia (“schemi di pericolo”).
Inoltre i sintomi ansiosi condizionano il pensiero dell’individuo poiché sono interpretati come segnali dell’esistenza di un grave disturbo fisico o psicologico, segnali che accrescono ulteriormente il senso di fragilità del soggetto rafforzando l’iniziale reazione ansiosa ed inducendo una serie di risposte sfavorevoli.
Infine spesso le persone che soffrono di un disturbo d’ansia hanno un pensiero “catastrofico”: si immaginano scenari sempre molto negativi.
Sul versante somatico (o fisico) avvengono alcune modificazioni finalizzate a preparare l'organismo ad affrontare la minaccia (“reazione d'emergenza”): la pressione del sangue, la frequenza cardiaca, la sudorazione ed il flusso sanguigno verso i più importanti gruppi muscolari aumentano mentre le funzioni del sistema immunitario e di quello digestivo diminuiscono. Si può anche notare, sempre a livello fisico, pallore della pelle, tremore, dilatazione pupillare, etc..
Dal punto di vista emotivo, l’ansia elicita una complessa combinazione di emozioni negative che includono paura, apprensione e preoccupazione eccessive, le quali sono solitamente accompagnate da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, etc..
Sul piano comportamentale, si possono presentare sia comportamenti volontari sia involontari, diretti alla fuga o ad evitare la fonte d’ansia. Questi atteggiamenti sono molto frequenti e spesso non adattivi, condizionando la maggior parte degli ambiti di vita della persona.
Alcune attenzioni a sé stessi e tecniche di rilassamento giocano un ruolo importante nell'alleviare i sintomi dell'ansia.
Ad esempio:
Dr.ssa Valeria Api
I Disturbi d’Ansia sono uno dei miei ambiti di interesse e di intervento.
Ricevo privatamente a Cesano Boscone (Via Repubblica, 3) a pochi Km. da Corsico, Buccinasco e Trezzano sul Naviglio
Tel. 347 1489705
Agrimonia 1.0
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